Ragazzi, state per fare un viaggione.
Quella che leggerete fra un po’ è l’intervista fatta da me
(per una volta mi concedo il lusso di fare le domande) ad Okapi,
artista italiano multitask venuto dal futuro per portarci nuova linfa sonora.
Se amate la musica e siete stufi delle solite note prestate attenzione
a questa chiacchierata e collegatevi a tutti i siti citati.
Le vostre orecchie ve ne saranno grate:
–Okapi, il tuo Glubibulgà è una sorta di bibbia della rete in cui ogni mese
selezioni i siti più interessanti creativamente e strutturalmente.
Come è nata questa tua creatura?
Glubibulgà è nato 4 anni fa grazie alla complicità della mia illustratrice preferita,
Camilla Falsini (www.falsini.it), semplicemente per rendere pubblico il mio bookmark
di scemenze scovate in lunghe derive giornaliere su internet.
-Mi hai detto che vorresti portare a termine questa esperienza.
Perché mi vuoi così male?
Perché non ne posso più!!! Per quattro anni mi sono impegnato a trovare 2 link
che pubblico regolarmente ogni giorno alle 23 e una playlist mensile.
Certo che ora la ricerca è alleviata da affezionati che mi spediscono
link in continuazione. Ma veramente sono stato talmente bravo nel mantenere
l’impegno aggiornandolo ogni notte che, soddisfatto, vorrei a dedicarmi ad altro…
per di più sono piuttosto assuefatto da ciò che vedo e ascolto in giro per la rete;
gli illustratori mi sembrano tutti uguali e ormai l’abusato concetto
di “strano ma web” mi sta decisamente stretto!
Quindi ho pensato di prendere un po’ di distacco per continuare a divertirmi.
-Essendo un amante della musica che in qualità di amante non sposerò mai,
non riesco a rimanere indifferente davanti alla sezione del sito “Suoni scorretti”.
Ogni volta mi scarico i pezzi che tu peschi in giro per la rete
e mi proietto in un futuro lontanissimo fatto di suoni e composizioni non catalogabili.
Come riesci a trovare queste opere in giro per la rete?
Esiste un metodo per non incappare nel “già sentito”?
Ho iniziato lo stesso tipo di ricerca anni fa sporcandomi le mani
nei mercatini dell’usato (a Roma, la città di Cinecittà e Rai,
fino a una decina di anni fa ero davvero fortunato),
scovando audio cassette e vinili di ogni genere: sonorizzazioni per il cinema,
corsi di dizione per sacerdoti, aerobica per giovani cristiani,
dischi promozionali per partiti politici dimenticati e ogni forma di muzak,
leccornie che saziavano la mia bulimia auditiva.
Con internet ora ricercare è decisamente molto più semplice.
Per iniziare consiglierei di perdersi nei deliri trasmessi da personaggi
come Vickie Bennett, Kenny-G o Ergo Phizmizz sulla la storica radio Wfmu
(online al www.wfmu.org).
I collezionisti e amanti di stramberie soniche si confrontano giornalmente
su gruppi di discussioni per veri e propri scambi:
http://launch.groups.yahoo.com/group/outsidermusic/
http://launch.groups.yahoo.com/group/audiooddities/
Gli audio-blog e netlabels si moltiplicano in maniera esponenziale.
Tutto ciò è meraviglioso ma anche frustrante:
Infatti, continuo a riempire hard-disk di ogni sorta di bizzarrie in mp3,
ma ora i miei ascolti sono più distratti e man mano il tutto diventa meno prezioso!
Intendo dire che preferivo sicuramente ascoltare pesanti vinili
anche se molto rovinati e leggere le note sulle copertine cartonate.
Eh si! Devo confessare che resto un inesorabile feticista!!!
-Uno dei miei passatempi preferiti consiste nel perdermi nel labirinto di Myspace.
Ho però notato che ci sono degli “addatori” folli che non fanno altro che passare
le giornate a chiedere amicizie a tutti senza soffermarsi mai ad ascoltare nulla
di ciò che gli utenti hanno da proporre.
E’ come se mancasse una sorta di educazione all’uso dello spazio virtuale,
tanto che ci sono indirizzi che hanno un totale di 20.000 visite
con brani che non superano i 50 ascolti.
Tu cosa pensi di questo nuovo giochetto?
Migliorerà davvero la qualità creativa di chi compone o è “n’artra sola”?
Myspace, come ogni comunità non moderata, ha i suoi pro e contro.
I vari Blog, foto/videolog e community di incontri,
senz’altro generano rumore sul rumore in questa incontrollata
apoteosi dell’ego-mediatico.
Per Myspace è un po’ la stessa cosa, ma se lo si utilizza in maniera ragionata
e trasversale può diventare un’ eccezionale opportunità per musicofili,
filmakers e artisti di ogni genere. Come musicista, ne ho avuto una prima piacevole
impressione nello scoprire l’enorme quantità di belle cose
prodotte in giro per il mondo e in Italia.
Sono però altrettanto preso dallo sconforto se penso che molti artisti
restano intrappolati dalla rete, mai pubblicati e distribuiti.
Myspace ha quindi generato un non-luogo di dilettanti tecnicamente
e artisticamente geniali, un mondo molto più rapido e schizofrenico
di quello ufficiale e reale a cui penso che artisti professionisti,
operatori culturali e giornalisti dovrebbero prestare molta attenzione!
-Ho controllato il tuo myspace e ho notato che hai per best friends dei colori!
Che altra diavoleria è questa?
L’ho fatto semplicemente per non offendere nessuno nel aggiungere
e togliere amici-conoscenti della mia “top friends”,
così ho creato uno spazio per nove magnifici colori!
È divertente vedere come alcuni colori (rosso e nero) sono molto più amati
e “addati” di altri (bianco e giallo).
Ultimamente però, Anche se quegli otto quadratini colorati sulla mia pagina
fanno il loro bell’effetto, mi sono reso conto che gestire 10 spazi
diversi diventa un impegno abbastanza faticoso.
Per di più i colori hanno decisamente più successo dello spazio-okapi…
-Ritorniamo sull’argomento “suoni scorretti”.
Tra i brani che selezioni per la playslist mensile non ci sono mai
(correggimi se sbaglio) autori italiani.
Perché?
Non ne ho idea!!! Forse i musicisti italiani sono troppo gelosi
delle loro produzioni da non metterle a disposizione?
Forse ci sono meno collezionisti vogliosi di condividere i loro preziosi gioielli?
O forse semplicemente in fondo abbiamo tutti paura della Siae?
Cmq se vai nell’ archivio qualcosa di italico c’è!!!
– Alla luce di quanto hai esplorato ti sentiresti di indicare quali sono
le nazioni più fervide in fatto di composizioni alternative in questo momento?
Non vorrei fare un discorso generalistico e forse anche un po’ snob ma:
In Europa a mio avviso gli artisti francesi, tedeschi, belgi e olandesi,
certe volte anche giovanissimi, sembrano quelli che riescono maggiormente
ad assimilare e scavalcare stili con estetiche diverse.
Non ho idea del perché invece i paesi mediterranei del sud-europa
si muovono più lentamente.
Ma penso che sia per il solito discorso di distribuzione-promozione.
Un po’lo stesso discorso vale per la esaltante e bizzarra nuova scena Surf-tronica russa.
In America, per quel che riguarda la musica suonata “davvero”, dal folk a pop,
dal country all’indie non avrei niente da dire, trovo altrettanto fascinosa tutta
la nuova scena christian-pop (per l’hip-hop è un lungo discorso a parte,
culturale oltre che musicale), certi musicisti digitali mi danno invece
l’impressione di stare a guardare quello che l’Europa produce.
I giapponesi, infine, non finiscono di stupirmi, e nei generi più disparati, purtroppo,
vedo però che qui da noi arriva soltanto il 10 per cento di quello che producono!
-Mi fai i nomi di almeno 5 gruppi e relative caratteristiche che ti hanno particolarmente stupito?
Spero che la tua domanda si riferisca agli ascolti di questi ultimi mesi!!!
Quindi ecco la mia piccola playlist dell’ultimo quadrimestre J
– Gangpol und mit ( www.myspace.com/gangpolundmit )
– Satanicpornocultshop ( www.myspace.com/satanicpornocultshop )
– hanne hukkelberg ( www.myspace.com/hannehukkelberghannehukkelberg )
– Sun Ok Papi K.O. ( www.myspace.com/rbdx )
– Twink ( www.myspace.com/twinkmusic )
-Cos’è radio DD?
RadioDD è una radio online e anche un’etichetta discografica dei tempi nostri.
Nasce nel laboratorio all’amatriciana di Digital Delicatessen
( uno studio di design e amenità digitali di Roma, attivo dal 2001) per dare libero sfogo
a dissertazioni ludico/musicali, intorno ad un’elettronica romantica e visionaria.
RadioDD è anche: balene ubriache, palme rinfrescanti, uccellacci migratori,
insetti molesti e un fanciullo con il collo da struzzo
-Abbiamo parlato di Okapi ricercatore, ora faccio qualche domanda all’Okapi dj.
Mi hai fatto sentire un mix di brani che solitamente metti su durante le serate.
Sono rimasto colpito dalla mole di suoni che fanno di te un dj assolutamente
personale e parecchio fuori di testa.
Mi chiedevo che tipo di reazione susciti quando metti musica,
visto che nella tua selezione non c’è nulla che possa essere considerato mainstream,
ovvero mancano i classici “riempipista”.
Ti faccio questa domanda perché la prima persona che mi ha parlato di un tuo dj set
(se mi passi il termine abusato) aveva un sorriso di goduria mistica stampato sul volto.
Succede spesso!!! E’ vero che mentre suono incontro molti sorrisi,
ma le reazioni sono sempre molto diverse.
Una volta al mese qui a Roma suono con l’amico Humunculus 1.0,
che fa un po’ lo stesso mio lavoro ma con sonorità latine e africane
(argh!!! cose che io non ballerei mai), insieme giochiamo di contrasti in un “back-to-back”
assolutamente paradossale: lui mette una samba storta o un calypso in 8-bit
che poi io sfumo con un pezzo di gabber giapponese.
Detto così sembra completamente improbabile e poco “groovy”,
ma ti assicuro che il pubblico impazzisce!!
In solo invece, capita molto spesso che qualcuno salga sul palco per chiedermi
“ma che robba è?!!” e poi scriversi il nome del gruppo sul telefonino.
Sul “che robba è” ancora io stesso non so cosa rispondere…
-Tecnicamente cosa usi per mixare i brani? Vinili, cd, files o altre stramberie
che hai catturato dal prossimo futuro?
Uso di tutto, certe volte anche un campionatore.
Un multieffetto per creare altro casino e un giradischi in più,
solo per vinili di rumori, voci e urla. Questo fa si che il dj-set diventi quasi un live.
-Il settore della musica dal vivo pare che sia in difficoltà mentre quello del djing
è talmente in ascesa che persino i cantanti si buttano di là.
Quello che ho notato però è che in molti hanno la stessa scaletta
e spesso nemmeno mixano i pezzi, alzano e abbassano semplicemente i volumi.
Ho tenuto concerti in tutta Italia e dopo le mie esibizioni la maggior parte
dei dj che si sono messi all’opera hanno messo su la stessa identica selezione,
talmente ovvia che non era difficile indovinare il disco successivo
prima ancora che fosse scelto.
Tu che sfuggi a questa classificazione che posizioni hai
rispetto al proliferare dei dj set?
Ti devo dare ragione! Questa mania di improvvisarsi dj a tutti costi
mi lascia perplesso (soprattutto dopo aver visto Enrico Ghezzi e Asia Argento sui piatti)
Non che sia un maniaco del selecter ultra tecnico e pirotecnico nel mettere in battuta,
ma che almeno le selezioni siano frutto di gusto e ricerca!
Adoro ballare, ma per perdermi sotto i diffusori ho le mie ferree esigenze!
Non so se una playlist schizofrenica come la mia mi piacerebbe davvero,
devo riconoscere che per ballare preferisco dei “sets” più fluidi e lineari.
Infatti, ti sembrerà illogico, ma sono ancora felice di muovere i piedi al suono
di una Hardcore-tribe-tek che con la sua cassa potente e drittissima rimbomba in un capannone!
-Passiamo ora al mio Okapi preferito, ovvero l’Okapi compositore.
Quando ho ascoltato il tuo album “Where’s the beef?” sono rimasto molto colpito.
Mi piace il tuo modo di tagliare i campioni e la tua scelta di non effettarli,
e anche l’immaginario che evocano musicalmente i brani.
Quanti album hai composto? Sono tutti con licenza Creative Commons?
Ho inciso due dischi come Metaxu, con il compositore acusmatico Maurizio Martusciello
e altri due lavori con il trio jazz-core Dogon più altre collaborazioni con formazioni
lontane dal mio mondo (DadaSwing, Zu, Orch. Di Piazza Vittorio,
collettivo di video-arte CaneCapovolto).
A parte qualche partecipazione in alcune raccolte, ho pubblicato sotto il nome di okapi
solo due dischi. Il primo per la netlabel comfordstand (www.comfordstand.com)
e il secondo per una etichetta californiana (www.inflatabl.com),
purtroppo mal distribuita in Italia.
E comunque si, in tutti i miei lavori, che sono rigorosamente no-copyright,
non genero mai suoni miei ma rubo tutto ad altri, cercando di citare sempre
le provenienze una volta pubblicati gli album.
-Un altro brano assurdo (almeno quanto il video) è Spiritual Healing in cui
hai collaborato con gli Zu e con i Dalek. Come siete riusciti a mettervi d’accordo?
Spiritual Healing è il remix di un remix! I Dalek ci hanno spedito la traccia originale
che ho completamente stravolto…Gli Zu poi si sono chiusi in studio per suonare
ed improvvisare sul remix da me creato, infine, non contento, ho manipolato di nuovo il tutto.
Volevamo rispedire il risultato ai Dalek per un ulteriore intervento, ma ci siamo fermati qui!
Non riesco ancora a rendermi conto quello che ne è uscito fuori!
Lo straordinario video secondo me gli dà un tocco finale ancora più scuro e criptico.
-Dimmi la verità. Cosa hai pensato quando ti ho commissionato il remix
de “La mia parte intollerante”?
Certo, inizialmente sono stato molto sorpreso, ma sinceramente felice per questa
opportunità di aprirmi ad un pubblico a me completamente sconosciuto.
Sarei veramente curioso di sapere poi come è stato recepito dai caparezza-fans…
-Pensa che mi è piaciuto così tanto che non ci ho voluto su la mia voce per non rovinarlo!
Okapi, cosa farai dopo la chiusura di Glubibulgà?
Insieme alle SerpeinSeno (www.serpeinseno.it), stiamo valutando l’ipotesi di creare
l’agenda Glubibulgà 2008 con 365 tra i migliori illustratori, collagisti,
street-artisti apparsi in questi 4 anni sul portalino,
così da chiudere questa esperienza in bellezza con qualcosa di vero!!!
-Grazie per la pazienza, e.. ci vediamo nel prossimo futuro.